mercoledì 30 marzo 2011

Nuovo blog!!!!

Questo blog l'ho abbandonato da tanto tempo, non ricordavo neanche di averlo aperto! Adesso che sto vivendo una nuova avventura, la mia vita è cambiata e un nuovo blog accoglie i miei pensieri e la mia vita:



seguitemi qui!!!!

sabato 5 luglio 2008

AMMINISTRAZIONE COMUNALE E SERIETA'

Come far saltare una manifestazione fotografica? Chiedete al comune di Follonica.

Forse qualcuno si sarà messo a ridere già leggendo il titolo di questo post.Io, o meglio noi, invece ci siamo alterati (per usare un eufemismo, e soprattutto non cadere nel volgare) non poco.Il Fotoclub Follonica di cui faccio parte sta organizzando, ed oramai quasi tutto è pronto, una manifestazione che si chiama "Artestate" che già stiamo facendo da 2 anni, questo è o meglio sarebbe il 3°.Dico sarebbe perchè, nonostante le nostre autorizzazioni richieste e concesse con delibera della giunta comunale del 14 dicembre 2007, forse non si farà.Leggendo il giornale uno dei soci ha scoperto che in alcune serate del periodo della manifestazione, nello stesso spazio vogliono organizzare altri eventi... MA COME... Ma non si guarda se ci sono delle prenotazioni? Non si guarda se c'è già qlc?Non si tiene presente che in quel periodo c'è una manifestazione che in una sola settimana ha avuto più di 3.000 presenze? Quest'anno in 15 giorni avremmo fatto faville. Quest'anno abbiamo tra gli autori invitati grandi fotografi, abbiamo già stampato foto, locandine, spedito inviti, richiesto ed ottenuto patrocini (tra i quali anche quello del comune), uno sponsor che come noi mette la faccia perchè ha le date esposte, inviti mandati...E come è iniziato tutto il pandemonio?E' cominciato grazie ad un articolo sul giornale locale, che fortunatamente il nostro vicepresidente legge abitualmenteFortuna perchè ha trovato un articolo che parla dell'estate nello spazio del Casello idraulico ed annesso giardino e... leggete un po', le nostre date sono 21 luglio-03 agosto 2008...

http://sit.comune.follonica.gr.it/rassegna_stampa/articoli/2008/07/20080701_9.23.02.pdf

...ed Artestate che fine ha fatto?
Nel cestino?
Nella pattumiera?
No, noi non ci stiamo.

Così abbiamo iniziato a fare confusione, noi non abbassiamo la testa, noi non rinuciamo al nostro spazio, alla nostra visibilità, ad esporre il nostro lavoro che ci ha impegnato per 10 mesi, con costi, fatica, costanza, tempo, e tante altre cose che probabilmente i dipendenti comunali messi lì dal partito non sanno manco cosa voglia dire.'nsomma, dove siamo, in un comune democratico o in una dittatura?Intanto quello che provo nei confronti di questa persona, e di tutti quelli coinvolti in questo pandemonio, sindaco in testa, nient'altro è che NAUSEA.

mercoledì 21 maggio 2008

QUALCUNO MI RISPONDA...

La mia sarà forse una domanda stupida, una domanda però per me importante. Ma le riunioni di lavoro non si fanno, di solito, in orario di lavoro?
No, perchè questa mattina nell'azienda lagher dove lavoro hanno deciso che oggi pomeriggio alle 15 ci sarà una riunione di reparto, quando a quell'ora su sei persone che ci lavorano ce n'è solamente 1 in orario lavorativo, le altre devono rimanere oltre o andare prima. Non so quanto questo rientri nella norma, e questo dubbio mi viene perchè là dentro sempre meno cose sono fatte a norma di diritto del lavoratore.
La domanda che mi pongo è: nel quarto d'ora prima di entrare a lavoro (io entro alle 15.15) non posso avere da fare i cavoli miei e non voler andare lì?

martedì 20 maggio 2008

LA CONDIZIONE DELLE DONNE

"La condizione della donna è determinata da strani costumi: esse sono sottosposte e protette allo stesso tempo, deboli e potenti, troppo disprezzate e troppo rispettate. In questo caos di usanze contraddittorie, i rapporti sociali si sovrappongono a quelli di natura: anzi, non è facile distinguerli. Questo stato di cose confuso è ovunque più stabile di quel che non sembri: in generale, le donne voglio essere quel che sono, resistono ai cambiamenti o li volgono esclsivamente ai propri fini. La libertà delle donne di oggigiorno, più grande o almeno più apparente che ai tempi antichi, in fondo non è altro che uno degli aspetti della maggiore facilità della vita propria delle epoche prospere; i principî, e anche i pregiudizi d'altri tempi, in realtà non son stati seriamente intaccati. Gli elogi tributati in sede ufficiale e le iscrizioni tombali, sincere o no, continuano ad attribuire alle nostre matrone quelle stesse virtù di operosità, di castità, di austerità che si esigevano da loro sotto la Repubblica. Le modifiche, vere o presunte, non hanno apportato il minimo cambiamento nell'eterna sregolatezza del popolo, o nella perpetua affettazione di pudore della borghesia; solo il tempo proverà se sono durature. La debolezza delle donne, come quella degli schiavi, dipende dalla loro condizione legale; la loro forza si prende la rivincita nelle piccole cose, e qui il potere che esercitano è quasi illimitato. Di rado ho visto una casa dove le donne non regnassero; spesso, vi ho visto regnare anche l'amministratore, il cuoco, il liberto. Sul terreno finanziario, esse restano sottoposte a una forma quasi di tutela, ma in pratica, in qualsiasi bottega della Suburra di solito è la pollivendola o l'erbivendola che fa da padrona, al banco. La moglie di Attiano amministrava i beni della famiglia come un eccellente uomo d'affari. Le leggi dovrebbero differire il meno possibile dalle usanze: ho accordato alla donna una maggior libertà di amministrare la propria fortuna, di far testamento o di ereditare. Ho insistito affinchè nessuna fanciulla sia data in moglie senza il suo consenso: lo stupro legale è ripugnante quanto qualsiasi altro. Il matrimonio è la faccenda dominante, per loro; è troppo giusto che lo concludano solo se è di loro pieno piacimento."

(Da "Memorie di Adriano" M. Yourcenar)

lunedì 19 maggio 2008

doveri fotografici

Eccomi di nuovo qua, eccomi in questo blog che piano piano sto costruendo, sto conoscendo, sto creando e sentendo piano piano più mio.
Stamani avendo la mattinata libera ho deciso di dedicarla al lavoro fotografico, ho da sistemare alcune foto che ho fatto ad una street band la scorsa domenica, devo consegnare loro il lavoro prima possibile visto che serviranno per il sito e per il disco nuovo...così, ancora in pigiama mi sono messa davanti al pc, ma tra la posta elettronica, tra il blog, tra cavolate varie, ancora non ho aperto neanche la cartella delle immagini....
Basta, il dovere mi chiama. Se voglio fare si che il mio nome di fotografa di musicisti si sparga nell'ambiente è bene che mi giochi questa occasione nel migliore dei modi... poi magari metto anche due foto qua e su Flickr!

giovedì 15 maggio 2008

OMBRELLONI


Il rispetto per il prossimo

Credo che dovunque il rispetto per il prossimo sia una cosa importante, soprattutto quando con le persone devi stare a stretto contatto come in un posto di lavoro. Da più di un anno lavoro in un posto dove giorno giorno mi accorgo che il rispetto per il prossimo è un valore sconosciuto, nonostante la enorme cristianità dei proprietari, nonostante la loro necessità di presenziare a messa la domenica e di non voler nominare il nome di Dio invano. Purtroppo la chiesa e la religione scompaiono nell'istante in cui si trovano davanti ai loro operai, nell'istante in cui dovrebbero rendersi conto che il rispetto per le persone è importante anche solo perchè così le persone lavorano più volentieri e rendono di più.
Ci sono degli attriti costanti tra la moglie del titolare e la caporeparto, che ovviamente straripano in voler dimostrare all'altra che una è più brava e lavora meglio e si organizza meglio e che non sbaglia, non ha mai ritardi sul lavoron nè fa errori. Ovviamente il loro apparire dipende da noi, il nostro lavoro fa si che una sia più brava dell'altra, il nostro lavoro fa si che quando c'è una le cose funzionino meglio che quando c'è l'altra, il nostro lavoro diventa impossibile, ingestibile, pesante, insopportabile.
Un esempio semplice semplice di quello che sto dicendo, anzi un paio.
Direttive lasciate dalla caporeparto per il suo giorno di riposo: Silvia in negozio, Francy aiuta Giò e se c'è bisogno vai in negozio.

Mi pare abbastanza chiaro il messaggio.

Arrivo a lavoro e vengo messa a fare gli ordini e non ad aiutare Giò.

Silvia chiede che qualcuno le vada a dare una mano in negozio.

"Chi ha detto che devo mandare? Ah, si, Roberta, devi andare te"

L'altro esempio?

Il principale ha avuto una visita in azienda ieri pomeriggio, erano in laboratorio in presenza del macellaio, il tipo in visita ha fatto una domanda sulla produzione e ha suggerito di chiedere al macellaio visto che lui lo fa tutti i giorni. Il capo ha risposto serenamente con un "No, meglio te lo dica io, lui non capisce niente"

E queste sono solo un paio di chicche di tutto quello che ogni ora, ogni giorno, dobbiamo sopportare, dobbiamo sorbire, dobbiamo subire.

Ora mi sono rotta le palle, ho intenzione di trovare un nuovo lavoro, di mandare tutti a quel paese e di togliermi da lì prima possibile...

Incrociate le dita per me.